QUESTIONE DI METODO
La dislessia in adolescenza cambia faccia, la lettura diventa più fluente, con meno errori, si nota una maggiore capacità di esprimersi verbalmente e lo studente con DSA spesso si confonde con un generico studente pigro e svogliato, che manca di motivazione e/o che ha difficoltà caratteriali. In realtà il suo atteggiamento potrebbe nascondere una difficoltà negli apprendimenti che fatica a gestire.
La letteratura ci rivela infatti che il disturbo in adolescenza può sembrare meno manifesto perché l’accuratezza nella lettura migliora con la scolarità e con l’esposizione al testo scritto. Tuttavia gli studenti dislessici continuano a presentare deficit fonologici che rendono la lettura non automatica oltre al fatto che rimangono invariate le difficoltà nei processi invisibili della memoria di lavoro, della velocità di elaborazione, dell’automatizzazione.
Gli effetti dell’affaticamento si vedono nell’aumento degli errori, nell’abbandono dell’attività e nell’evitamento del compito (prof. Giacomo Stella).
Date queste premesse, il percorso è volto ad aiutare gli studenti nel:
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riconoscere le proprie competenze di vita (life skills)
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lavorare sulle aree di difficoltà,
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verificare le conoscenze acquisite,
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preparare le verifiche.